L'implantologia è la branca dell'odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti mancanti mediante impianti sui quali vengono inseriti i nuovi denti artificiali. Quando si inseriscono nell'osso impianti in titaniopuro, l'osso cresce a diretto contatto con la superficie implantare. Questo fenomeno prende il nome di osteointegrazione e permette agli impianti di diventare parte integrante del corpo, come le radici dei denti naturali.
COSA SONO GLI IMPIANTI DENTALI
Gli impianti dentali sono radici artificiali in titanio puro che vengono posizionati nell'osso mascellare o mandibolare per sostituire un dente perso. Gli impianti dentali sono presidi medico-chirurgici e pertanto devono essere certificati. A partire, infatti, dal 13 giugno 1998 la legge italiana vieta la commercializzazione di presidi medico chirurgici compresi gli impianti non conformi agli standard di qualità stabiliti dalla comunità europea.
Il titanio puro è biocompatibile, non provoca né rigetto né reazioni di ipersensibilità (allergie), né fenomeni infiammatori della mucosa orale. Grazie alla sua estrema biocompatibilità, resistenza e durezza, il titanio è usato anche per un vasto numero di altri interventi medici, come protesi d'anca, pacemaker e cosi via. La superficie degli impianti dentali viene preventivamente irruvidita e trattata con varie tecniche per favorire l'adesione delle cellule ossee ed accelerare l'osteointegrazione.
Gli impianti sono generalmente conici o cilindrici, con una lunghezza di 6-15 mm ed un diametro di 3-6 mm. In base all'altezza ed allo spessore dell'osso disponibile. La testa dell'impianto è dotata di una piccola filettatura interna che consente di avvitare i monconi (abutment) di vario tipo a seconda dell'impiego a cui sono destinate (corone, ponti, protesi).
COME SI INSERISCE L'IMPIANTO
L'intervento di inserimento degli impianti si pratica sotto anestesia locale ed è assolutamente indolore. Esso richiede un'accurata pianificazione. Durante l'esame preliminare si effettua un'attenta ispezione del cavo orale, la palpazione dell'osso mascellare e si determina tramite radiografie endorali e l'ortopantomografia lo spessore dell'osso disponibile. Nei casi più complessi, nei quali la quantità di osso disponibile è limitata e si opera nelle vicinanze di strutture anatomiche si ricorre alla TAC (tomografia assiale computerizzata) dell'osso mascellare che consente di misurare con precisione la quantità di osso disponibile e di determinare, sulla base di queste informazioni, il posizionamento ottimale, la lunghezza, il diametro dell'impianto e la necessità di innesti ossei, oltre a fornire indicazioni sulla qualità dell'osso (solido oppure poroso). Gli innesti ossei possono essere fatti contemporaneamente all'intervento implantare o in precedenza ad esso. Nei casi più frequenti si utilizza osso autologo (osso del paziente stesso) prelevato in zone limitrofe a dove verrà inserito l'impianto, oppure si ricorre a materiali sostitutivi di derivazione sintetica con o senza utilizzo di membrane.
Un altro intervento da pianificare preventivamente è il rialzo del seno mascellare. Esso si rende necessario quando, in corrispondenza dei premolari e molari superiori, l'altezza dell'osso è insufficiente perché' gli impianti “entrerebbero” nella cavità sinusale, detta anche seno mascellare. In questo caso l'innesto osseo viene posizionato all'interno della cavità del seno mascellare (grande rialzo) o al di sotto della membrana che riveste questa cavità (piccolo rialzo).
L'intervento di inserimento di un impianto dentale viene eseguito in condizioni di asepsi e può durare da 30 a 60 minuti, a seconda del numero di impianti e del grado di difficoltà. Dopo l'incisione della gengiva ed il suo scollamento (non sempre necessario) con una serie di piccole frese calibrate si crea nell'osso la sede ricevente dove verranno avvitati gli impianti. Inserito l'impianto, la gengiva può essere suturata intorno (impianto trans-mucoso) o al di sopra della vite in titanio. Le suture vengono rimosse generalmente dopo 10-14 giorni e l'igiene della zona interessata deve essere eseguita quotidianamente con collutori antibatterici specifici.
Il paziente dovrà assumere per un periodo di 1 settimana una terapia antibiotica mirata alla prevenzione delle infezioni post-operatorie. Nei primi giorni post operatori ci potrà essere dolore di lieve entità o gonfiore moderato, facilmente controllabile con antidolorifici. Una condizione assoluta per una buona osteointegrazione e che l'impianto rimanga immobile e non venga sollecitato da carichi masticatori che possano destabilizzarlo;durante la fase di guarigione potranno essere, perciò, indossate delle protesi provvisorie (fisse o mobili) che impediscano la sollecitazione della testa dell'impianto. I tempi di guarigione ossia dell'integrazione dell'impianto nell'osso variano da 3 a 6 mesi. Quando sono stati effettuati degli innesti ossei sono necessari dei tempi più lunghi (8 mesi). Dopo la fase di guarigione all'estremità dell'impianto viene applicato un pilastro di guarigione che affiora alla superficie della gengiva. Si procede poi alla presa delle impronte di precisione ed alla realizzazione da parte del laboratorio odontotecnico della protesi definitiva sorretta dall'impianto.
VANTAGGI DELLA TERAPIA IMPLANTARE
I principali vantaggi degli impianti osteointegrati sono dati da:
- mantenimento dell'integrità dei denti adiacenti, evitando di protesizzare denti sani;
- mantenimento dell'osso alveolare che altrimenti si riassorbirebbe. L'impianto, infatti, stimola e preserva l'osso come un dente naturale;
- ripristino della capacità masticatoria;
- recupero estetico e funzionale, con un aspetto più giovanile e naturale del viso;
- assenza di infiammazioni e dolore per protesi non adeguate;
- maggiore sicurezza nel parlare e nel sorridere.
CONTROINDICAZIONI ALL'INSERIMENTO DEGLI IMPIANTI
La percentuale di successo della terapia implantare è superiore al 90%. Il 10%di fallimenti sono dovuti a varie cause:
- qualità e quantità di osso disponibile non adeguato;
- stato di salute del paziente precario, come diabetici scompensati, infartuati recenti, ipertesi non controllati, malati con neoplasie avanzate;
- il fumo, che determina un minore apporto di ossigeno tissutale con difficoltà di guarigione della ferita;
- osteoporosi di grado avanzato;
- atrofia ossea;
- infezioni parodontali o piorrea, che devono essere sempre risolte prima della terapia implantare;
- micosi del cavo orale;
- cattiva igiene orale. Una cattiva o inadeguata igiene orale permette alla placca batterica di depositarsi intorno al collo dell' impianto facilitando infezioni (peri-implantiti) che possono portare al fallimento implantare con perdita di quest'ultimo;
- sovraccarico occlusale, dato da una errata distribuzione del carico masticatorio sugli impianti che reggono la protesi o dal precoce caricamento delle protesi sugli impianti, quando cioè la guarigione non è ancora completata.
MANTENIMENTO E IGIENE DEGLI IMPIANTI
Una corretta igiene orale è essenziale per il buon esito del trattamento implantare. La causa più frequente di fallimento è l'infiammazione dei tessuti intorno all'impianto (perimplantite), che può causare la perdita dell'impianto stesso. Sono necessari, quindi, controlli periodici dal dentista ed una scrupolosa igiene orale domiciliare e professionale.